Donato di Angelo di Pascuccio detto il Bramante (Fermignano, 1444 – Roma, 11 marzo 1514) è stato un architetto e pittore italiano.
Nato a Fermignano, nei pressi di Urbino, all'epoca nel territorio di Casteldurante (l'odierna Urbania), si formò artisticamente nella sua città natale ma iniziò ben presto a viaggiare e a lavorare a Mantova, Milano e Roma. La sua opera fu influenzata dalla prospettiva e dalla classicità di Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna e Melozzo da Forlì. L'influsso di quest'ultimo si manifesta in particolare nelle opere milanesi. Lo studio di Vitruvio, degli antichi edifici classici e le discussioni con Leonardo, lo indirizzarono verso l'impiego di forme architettoniche possenti e classiche, una concezione organica delle masse strutturali al fine di creare equilibrio e armonia.
Un esempio lo troviamo nella sua Prospettiva di città ideale, che risulta una sorta di manifesto della nuova architettura milanese, ormai pienamente rinascimentale. In questa prospettiva troviamo in fondo al centro un arco di trionfo e una cupola brunelleschiana, mentre ai lati abbiamo due palazzi con caratteristiche diverse: uno con colonne corinzie e trabeazione al piano terra, paraste e finestre ad arco tondo al primo piano; l'altro ha pilastri che reggono archi al piano terra, mentre al primo piano presenta finestre a timpano e oculi.
Come architetto, Bramante è stato il primo a riuscire a ricreare un edificio che abbia tutte le caratteristiche classiche, tanto da essere preso a modello anche dai suoi contemporanei.
Gli anni della formazione
Fino al 1476 Bramante resta probabilmente a Urbino, dove è allievo di fra Carnevale e diventa pittore "prospectivo", cioè specializzato nella costruzione di uno spazio per lo più architettonico quale sfondo di una scena. Entra in contatto con le opere di Mantegna, Piero della Francesca, Luca Signorelli e Melozzo da Forlì, nonché con le produzioni artistiche di centri come Perugia, Ferrara, Mantova e Padova. Dopo il 1472 conosce Francesco di Giorgio Martini.